Parlare di divinità culinarie, di provenienza anglosassone e anglofona, di cheesecakes e delizie varie mi ha fatto venire in mente Starbucks.
Altro grande mito dal quale noi Italiani, fratelli poveri di tutti gli altri paesi avanzati oramai anche nelle cose più elementari, possiamo permetterci di avvicinare solo quando varchiamo il confine.
Nella nostra penisola infatti non c'è nemmeno traccia di quello che è un vero colosso del hot beverage, modello di comunicazione sul punto vendita più che riuscita, nonché di globalizzazione (che fa rima con colosso). E' un po' come gli UFO nelle foto dei visionari americani o di certi adolescenti very geek. Lo avvistiamo e basta, ne abbiamo un'esperienza mordi e fuggi, spesso più per sentito dire, ma niente..
Il Diavolo veste Prada lo ha anche santificato, con le peripezie delle assistenti sempre di corsa per portare un Hot coffee alla loro capa-dittatrice.
Su un articolo tratto da una rivista specializzata in grande distribuzione, apparso lo scorso anno avevo letto che di questo "anti-fenomeno" non c'è da stupirsi più di tanto. (Ma chi si stupisce più delle stramberie e delle insensatezze nel nostro Paese?)
La teoria è che sarebbero le grandi compagnie del caffé a non gradire da noi l'ingresso della catena americana. Qualcuno parla anche di immaturità del mercato italico, molto legato al bar sottocasa, dove il barista lo conosci dalla vita, gli racconti tutte le tue vicende, soprattutto quelle da tifoso di calcio e ti fa da secondo padre, fratello, amico, complice a seconda delle occasioni e delle persone.. Il bar dove l'appuntamento per la briscola è fondamentale come respirare..
Io da Starbucks una puntatina, specie alla domenica pomeriggio, quando i negozi sono chiusi e non sai mai che fare, non la disprezzerei.
Putroppo non mi resta che guardarli da lontano, o ricordarli come parte delle mie vacanze, il che contribuisce ad alimentare un certo alone di mito, forse proprio perché lontano.
(la foto, come tutte quelle del blog, l'ho scattata io e risale a Novembre 2007. Per la precisione ero ad Atene, dove di punti vendita se ne trovano decine..sob sob..)
1 commento:
Prima o poi arriverà anche da noi, non disperare!
Nel frattempo è possibile che ci stiano studiando (e nel frattempo ci insegnano ad usare i blog, in attesa di insegnarci a vendere l'esperienza del bere caffé). http://starbucks.iblogr.com/
Inoltre... non sarà Starbucks ma ci prova e a quanto pare ne sono già un bel numero: http://www.mccafe.it/
Per quanto mi riguarda... mi piace leggere e rilassarmi nei locali alla domenica pomeriggio ma riguardo al café sono affettivamente legato alla moka del signor Bialetti.
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