venerdì 31 ottobre 2008
domenica 12 ottobre 2008
A tavola con la sposadelvento
L'arte di porgere il cibo, da sempre considerato dono del cielo e degli dei. Che poi è una vicina parente dell'arte di ricevere l'ospite.
Ma non necessariamente apparecchiare significa ricevere in casa qualcuno. Spesso per esempio si può decidere di apparecchiare per sé stessi. (io per esempio lo faccio anche quando mangio da sola, l'onanismo della tavola..)
Per non parlare delle tante, solo apparenti "banali" mangiate quotidiane in compagnia dei "soliti" coinquilini o familiari.
Per me apparecchiare alla carlona equivale a offendere lo sguardo e la sensibilità.
Tanto vale allora non apparecchiare.
Sedersi e disporre i piatti direttamente sul tavolo, meglio se vissuto, rigato, vecchio e solido, senza tovaglia, senza fiori freschi, senza sottopiatti, sottobicchieri, fronzoli e orpelli.
Quando si imbandisce la tavola lo si fa con gusto e con cognizione. (Ciascuno ha il suo, per carità).
Decorando, giocando coi colori e con le forme di stoviglie e posate, scegliendo il dettaglio, l'accessorio, il segnaposto se necessario..
Non ho lezioni da impartire io, anzi, solo molto da imparare.
Crespelle con salmone e caviale
Intorno alle crepes c'è una leggenda.
Una leggenda che parla di pellegrini francesi giunti a Roma in occasione della festa cattolica della Candelora. E parla di un papa, tale Gelasio, ma il nome poco importa, che ordinò di preparare qualcosa per loro, usando uova e farina. (Ma il papa si intendeva di ricette? o uova e farina costavano poco, quindi il papa era tirchio?)
Crespelle con salmone e caviale
Occorrente: piastra per crepes, ciotola, fruste di metallo (no, niente performance sadomaso), cucchiaio, mestolo, paletta di plastica, piatto o vassoio
2 uova
250 gr latte
125 gr farina
1/2 bustina lievito istantaneo per torte salate
200g carpaccio di salmone
200g crème fraiche
2 cucchiai di caviale
2 rametti di aneto
sale
pepe rosa
lime
burro
lunedì 6 ottobre 2008
Vigna degli artisti
Sarà che sono figlia d'arte. Sarà che mio padre ha sempre comprato e collezionato vino. Sarà che ho un legame specialissimo con Firenze e la Toscana. Ma gli incontri tra cibo e arte, tra vino e arte mi attirano come un magnete nascosto. Ricordo che da piccola i miei di ritorno dagli States non facevano che parlare del loro amico creativo newyorkese che li aveva ospitati in uno splendido loft a Manhattan e per giunta omaggiati di un paio di bottiglie rare con l'etichetta disegnata da lui. Oggi quelle bottiglie sono un talismano intoccabile. Vicine al cuore, ma lontane anni luce dall'idea che se ne possa consumare il contenuto.
Le aziende vinicole che credono nell'arte e sponsorizzano cultura stanno diventando sempre più numerose. Al di là delle degustazioni nelle cantine che ospitano jazzisti o gruppi musicali che si esibiscono per i visitatori, ci sono spesso le mostre fotografiche o pittoriche finanziate. Ci sono esperimenti spettacolari come le bolle realizzate da Massimiliano Fuksas a Bassano del Grappa per la storica distilleria Nardini.
Quello della Vigna degli Artisti è un concetto molto attiguo, sebbene non siano stati coinvolti architetti star. Le Cantine Leonardo Da Vinci hanno infatti indetto in collaborazione con Artegiovane.it un concorso rivolto a giovani artisti per disegnare l'etichetta del Merlot, che prende il nome di Merlot degli artisti. Il concetto di giovane poi è abbastanza ampio, nel senso che possono partecipare persone dai 18 ai 35 anni. Il concorso scade il 22 dicembre 2008 e il montepremi in palio è di 2000 euro. Non male per esprimere una propria passione.
giovedì 2 ottobre 2008
Il mio test: quale pietanza saresti?
Se vi va, fermatevi qualche secondo in più nella mia cucina, giusto per dare una risposta.
Cosa vince chi aderisce? Un sorriso e un ringraziamento.
mercoledì 1 ottobre 2008
Pan di ciliegia
Ho scoperto che la focaccia dolce si sposa bene non soltanto con l'uva, come mi insegnarono in Toscana, ma anche con i frutti rossi, tipo ciliegie e amarene. Per questa ricetta ho usato delle ciliegie nere sotto liquore preparate in casa, ma sono convinta che anche con quelle fresche possa andare bene. Volendo, in commercio si trovano ciliegie sotto spirito di ottima qualità, quindi reperire gli ingredienti giusti non sarà difficile.
Pan di ciliegia
Occorrente: macchina per il pane, forno, teglia, bicchiere, cucchiaio, pennello da cucina
3 bicchieri di farina Manitoba
1 bicchiere acqua tiepida
1 cucchiaio lievito secco
4 cucchiai zucchero semolato
4 cucchiai olio
2 cucchiai acqua
cannella in polvere
ciliegie
Infornare e cuocere per 20 minuti circa