lunedì 16 novembre 2009

Il guerrilla restaurant

Parliamo un po' di pubblicitese - sulla mia tavola praticamente tutti i giorni -e qualche volta ahimé pure le notti...


sì perché ho scoperto che quella dei guerrilla restaurant non è una rarità stravagante d'oltreoceano, ma una vera e propria moda.


Luoghi che per una settimana o meno vengono allestiti a ristoranti, magari per pochi, selezionatissimi palati, o per celebrare un evento, un festival culturale, una fiera, una kermesse di qualche tipo. Luoghi dove si fa sperimentazione e che poi chiudono e lasciano il passo.

Nulla di lasciato al caso però intendiamoci.

Spesso la scelta di una stanza sola, di pochi coperti, di tanti giorni di chiusura settimanale fa solo parte del gioco.

Il prezzo della cena e/o del pranzo basta a coprire il costo degli ingredienti ed eventualmente del lavoro necessario, senza però i ricarichi di un ristorante vero e proprio.

L'idea è che risparmiando si possa comunque usufruire di un servizio eccellente, se si è attenti, informati, fortunati.

A New York ne è stato aperto uno nella location di un Hard Rock Café, con un allestimento talmente sofisticato che è finito poi sulle testate di design.

E io ho pensato di proporvelo qui in foto.


Qua per esempio fanno servizio a pranzo e cena solo il mercoledì.


Ma perché si chiamano guerrilla restaurant?

Il guerrilla marketing indica un insieme molto eterogeneo di attività di comunicazione che si fanno per promuovere un marchio o prodotto e hanno un carattere temporaneo, improvviso e molto legato agli ambienti urbani. Spesso guerrilla appunto sta ad indicare il legame prossimo con la guerrilla urbana, anche perché sono attività a carattere molto forte, violento, acceso, sopra le righe. Cose che si impongono all'attenzione, che ti colpiscono nonostante il traffico, la fretta, lo stress e il bombardamento di immagini pubblicitarie. Dallo stickering nei parcheggi, magari con messaggi provocatori, a vere e proprie performance live di modelle e ragazze immagine che sfilano vestite solamente di ciabattine di gomma, ad auto che prendono fuoco, truck che si aprono e dai quali esce musica assordante, ecc..


Ora i guerrilla restaurant spesso restano aperti per poco tempo, ma non sono né malfamati, né pericolosi. La qualità del cibo è forse più certa che se fossero ristoranti a pieno servizio. Anche perché il passaparola è il loro unico veicolo di promozione e quindi guai..


Naturalmente viene da chiedersi quanto questo fenomeno sarà sostenibile in termini economici e di business, specie per le aziende del settore ho.re.ca che non possono sopravvivere di attività così temporanee ed effimere e che hanno bisogno di pianificazioni, piattaforme produttive e logistiche, continuità di processo.
Inutile dire che spero mi capiti quanto prima di provarne uno.

domenica 1 novembre 2009

Filetto di maiale in crosta con insalata di zucca


Brief

Interpretare il trionfo dei sapori autunnali con un secondo di carne in crosta


La ricetta




Occorrente: teglia, forno, carta da forno coltello, pennello da cucina, pentola + accessorio per la cottura a vapore, schiaccianoci, casseruola
Ingredienti

Per l'insalata
1 zucca gialla piccola
1 radicchio di Treviso grande
7-8 noci
aceto balsamico
olio e.v.o.
sale

Per lo strudel
1 rotolo di pasta sfoglia già pronta
1 filetto di maiale da 800 g
400 g bietole
100 g prosciutto cotto
60 g Parmigiano Reggiano a scaglie
1 rametto di rosmarino
3-4 foglie di salvia fresca
2-3 cucchiai olio e.v.o.
1 uovo sbattuto per pennellare

Procedimento

Pulire la scorza della zucca con un panno umido, tagliarla a spicchi molto grandi, senza però rimuovere la scorza stessa e sistemare gli spicchi su una teglia coperta di carta da forno e cuocerla in forno caldo a 200°C per 20 minuti circa. A questo punto sarà molto più semplice rimuovere la scorza dalla polpa, mentre la zucca conserverà un sapore e una consistenza che altri sistemi di cottura non hanno il potere di preservare.
Lavare il radicchio sotto acqua corrente, asciugarne le foglie e tagliarle a pezzi di due cm circa.
Tagliare la zucca a fette molto sottili, sgusciare le noci e tagliarle a pezzetti. Sistemare nei piatti un letto di radicchio, coprire con le noci e le fette di zucca e quindi condire l'insalata con olio e aceto balsamico. Regolare di sale.
Per lo strudel invece, regolarsi in base al tipo di pasta sfoglia a disposizione, ovvero se è surgelata, estrarla per tempo dal congelatore, se invece conservata a temperatura ambiente, lo strudel può essere preparato subito.
Sciacquare le bietole sotto acqua corrente e cuocerle a vapore.
Lavare la carne, tamponarla con della carta assorbente da cucina. Scaldare l'olio, col rametto di rosmarino e la salvia in una casseruola, unire la carne e farla dorare per qualche minuto da ambo i lati.
Stendere la pasta sfoglia sul piano di lavoro, ricoprirla con le bietole, il prosciutto cotto, il formaggio e da ultimo posizionare al centro il filetto di maiale. Non è necessario salare troppo, perché il Parmigiano è di per sé già molto sapido...quindi attenzione...Arrotolare lo strudel e chiuderlo bene, pennellando i bordi di uovo sbattuto. Lucidarne la superficie sempre con l'uovo e infornare per 35-40 minuti a 200°C.
Una volta cotto, estrarlo dal forno e prima di tagliarlo, aspettare che raffreddi un po', altrimenti l'operazione sarà più difficile e la pasta sfoglia risulterà tutta sbriciolata. Un coltello affilato, meglio se a seghetta, verrà sicuramente in aiuto.

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