Sofisticati ed eleganti, come solo i prodotti francesi sanno essere, i macaron, con la loro rotondità perfetta, la croccantezza leggerissima della meringa alla mandorla, il ripieno goloso, ma mai eccessivo e le tanti varianti di colore e di gusto, sono diventati una vera moda, non soltanto gastronomica, sia in rete che al di fuori.
A Milano l'apertura del punto vendita di
Ladurée, la più celebre forse tra le pasticcerie specializzate in macaron
, è stata accolta appunto come un "Evento" e la catena ha lanciato una linea completa di merchandising che include anche shopper, kit per il picnic, prodotti per bambini, cosmetici, candele e profumi.
Non sarà un caso, se oltre a Parigi e Milano, le altre città dove si può trovare un punto vendita Ladurée sono capitali del lusso, della moda, dello stile di vita tipicamente dispendioso come Ginevra, Losanna, Zurigo, Monaco, Tokyo..
E in rete? Il passaparola corre su diversi foodblog dove sono comparse per esempio le ricette per come riprodurli a casa, o come sperimentare nuove aromatizzazioni, mentre in ambito fashion, diverse ragazze hanno usato il pretesto dei macaron per un servizio fotografico ad hoc.
Guai a chiamarli biscotti.
I macaron sono un'entità superiore, anzi, regale, tant'è che il loro successo pare sia legato alla corte di Maria Antonietta, mentre la vera origine - neanche a dirlo - parrebbe italiana.
Il nome infatti deriva da una traduzione raffazzonata di "maccarone" o "maccherone" e pare che sia stata Caterina de' Medici, in occasione del matrimonio col duca di Orleans, a portarli in Francia.
Di recente un brand, dal posizionamento piuttosto lifestyle, come Samsung, ha scelto di usare il macaron come cadeau per l'evento di PR all'Excelsior di Milano. Ma non si sono fermati al cofanetto con 4 macaron, hanno scelto questo concept anche per il loro banner online.
Il macaron parla per sua natura una lingua "maccheronica". Quella dei gioielli, che ricorda in tutto e per tutto nel prezzo, nel packaging (i cofanetti una volta acquistati e consumato il contenuto diventano un oggetto d'arredamento) nella comunicazione e, di riflesso, nel percepito delle persone.
Perché maccheronico?
Perché stiamo parlando di un bonbon.
Un'opera d'arte, sì, che richiede tempo e maestria, ma pur sempre un prodotto alimentare a base di zucchero, albumi, farina di mandorle e aromi.
Ora, quanto sia etico, in tempi di crisi, di fame nel mondo, di salari bassi, vendere un pasticcino grande come una noce a più di un euro l'uno lo lascio decidere a voi.
Sta di fatto che fa riflettere come a distanza di anni continuiamo ad essere affascinati dal "cibo dei potenti" e come i francesi abbiano sempre qualcosa da insegnarci in fatto di marketing.
Solo loro riescono infatti a vendere un vino bianco frizzante a centinaia di euro la bottiglia (e spesso i nostri sono ben migliori), così come riescono a creare un mondo attorno alle meringhe, che, altrove sono il dolce di chi ha il colesterolo alto (perché il bianco d'uovo non contiene grassi) o col quale accompagni il gelato, proprio perché il gelato è già buono di suo.
Vive la France!